mercoledì 22 maggio 2013

Colore!!

La peculiarità dello smalto sta proprio nel colore e il divertimento consiste nel miscelarli o sovrapporli, per creare infinite sfumature.

Ecco un'anteprima delle creazioni estive:


Ciondolo in rame smaltato con aggiunta di  frammenti di vetro e applicazione di agata striata

Ciondolo in rame a fiore smaltato

Ciondolo smaltato - Work in progress

Ciondolo smaltato - Work in progress

Ciondoli smaltati - Work in progress




sabato 18 maggio 2013

L'evoluzione della smaltatura: Enameling & Fold-Forming

Non riuscendo più a fare a meno delle mie polverine colorate - nulla di strano eh, si tratta solo polvere di vetro che sciogliendosi con il fuoco produce la patina smaltata :) - mi sono lanciata in sperimentazioni più o meno ardite con risultati di qualità variabile. 
Sto cominciando però ad avere qualche soddisfazione con l'utilizzo di due tecniche in abbinamento: enameling e fold forming (giusto per non abusare di inglesismi ), ovvero la smaltatura di una lastra di rame precedentemente "pieghettata": in pratica ripiegata più volte su se stessa, martellata, forgiata, temprata e riaperta, in più fasi. 
Per info approfondite sulla tecnica vi invito a far riferimento al sito Ganoksin (tanto per cambiare è in inglese, ma vi troverete un foto-tutorial piuttosto esplicativo) o Brain Press. Comunque in giro per il web troverete validissime informazioni in italiano sul tema, molto spesso trattato in modo esauriente su blog di bravissime artiste/artigiane del bijou (degno di citazione il tutorial di Giorgia Atzori).

Due miei esempi primordiali:
 

Spolverando poi le piastrine con più strati di colore l'effetto ottenuto è stato questo:


Ed ecco il prodotto finale:



La parure - composta essenzialmente da collana (rame, agata striata, cristalli Swarovski, seta), orecchini  (rame, agata striata, cristalli Swarovski) ed anello a fascia regolabile (rame, cristalli Swarovski) - non ha ancora un nome e per me è una grave mancanza.... suggerimenti?


venerdì 10 maggio 2013

Art attack






Curioso, non toccavo una tela dal 2008, anno in cui ho "dipinto" il mio ultimo "quadro"... e poi ecco, le piccole tele spennellate tempo prima con dello stucco in gesso (ma perché poi le avevo coperte di stucco?! E soprattutto, DOVE avevo preso quello stucco?) e poi abbandonate su uno scaffale, sotto una coltre di polvere, mi saltano distrattamente all'occhio..... 

...e parte il neurone impazzito: porto con me le tele insieme alla cesta con il bucato appena ritirato dalla lavatrice e corro nella stanza degli orrori (il mio "pseudo" studio) a cercare nelle scatole KASSETT - di chiara provenienza "Ikea" - tubi di colore acrilico ancora non del tutto rinseccolito. 
Trovo del magnifico color "amaranto" e presa dall'entusiasmo lo scuoto con veemenza per appurare che sia ancora liquido: lo è, nonostante il tappo sia quasi inesistente, semidistrutto da qualche incidente di percorso (tipo averci camminato sopra).
Potete immaginare il colore assunto dallo pseudo-studio ed dal bucato depositato lì a terra...........

Miscelo il poco color amaranto recuperato raschiando pareti e pavimento ad un acrilico rame (immancabile) - anch'esso rimasuglio di qualche esperimento fatto in tempi passati - e produco una tinta "arancio-metallico" con cui inizio a disegnare morbide volute increspate dalla ruvidità del fondo.

E mi ritrovo seduta sul pavimento, sporca di colore, come fossi una bambina che, posati i pennelli ancora intrisi di tempera sul pavimento, ammira estasiata il suo "capolavoro"...

Avevo il desiderio di condividere queste sensazioni, apparentemente insignificanti, ma che  per qualche istante regalano un inaspettato risveglio dal torpore in cui spesso abbiamo la percezione di vivere.

Ma non solo:
qualcuno sa dirmi a quale pianta appartengono le foglie che ho appiccicato sul quadro, recuperate all'interno di un pot-pourri che riciclo in tali evenienze?
Il dilemma mi sta logorando e Google non vuol saperne di aiutarmi.

P.S.: per fortuna non uso colori ad olio... l'acrilico alla fine è venuto via - quasi del tutto - sia dalle pareti che dal bucato ed il "maritozzo" non s'è accorto di nulla (o almeno così mi ha fatto credere). Face-devil-grin.svg



A presto, 


mercoledì 1 maggio 2013

“Bigiotteria” e allergie: la mia esperienza



Sin da quando ho cominciato a creare bijoux “ad uso personale”, mi sono posta il problema di come avrebbe reagito la mia pelle al contatto con i vari materiali utilizzati nella fase sperimentale, poiché ho una cute estremamente sensibile e reattiva a QUALUNQUE COSA (dai tessuti sintetici ai cosmetici, fino ad arrivare all'intolleranza al SOLE).
Ho sempre preferito la bigiotteria easy ai metalli preziosi e fin dall'adolescenza mi sono “costruita” gli accessori inserendo ciondoli, bottoni, pendagli di lampadari a dei laccetti in raso o cotone che amavo aggrovigliare attorno al collo, utilizzando monili in metallo solo in rarissimi casi.
Quindi nell'indossare le mie prime creazioni in rame, mi sono stupita del fatto che non mi fosse spuntata nemmeno l'ombra di una bollicina o chiazzetta rossa.



Di conseguenza ho deciso di approfondire il tema delle cosiddette “allergie ai metalli” soprattutto nel momento in cui ho iniziato a proporre le mie creazioni ad altre persone, per essere certa di produrre oggetti di qualità e per tentare di dare delucidazioni quanto più possibile esaurienti alla fatidica domanda: “non è che poi mi fa allergia?"

Ora, assodato che non dispongo delle competenze scientifiche e/o mediche per rispondere in termini di inconfutabile certezza, posso fornire le informazioni che ho recuperato sul web in proposito, attraverso le quali si deduce che il rame puro non contiene nichel il quale è responsabile, nella maggior parte dei casi, di reazioni allergiche. Paradossalmente il nichel è molto diffuso proprio nella produzione di bigiotteria, in particolare per la placcatura in oro e argento, quindi, meglio diffidare del materiale “argentato” se non garantito come argento 925. 
Anche l’acciaio, in particolare quello chirurgico, spesso implantato all'atto del piercing, è contaminato dal nichel (il mio povero nasino, prima forato e poi ridotto a un deforme pomodoro tumefatto, ne è testimone diretto….  L ). Ma non solo: anche l’oro bianco può essere in lega con il nichel.
(Fonte:
http://www.ing.unitn.it/~colombo/ALLERGIA_AL_NICHEL/relazionenichel.htm)

Anche in base alle seguenti fonti, emerge che tra le sostanze allergizzanti, il rame puro non è menzionato tra i metalli “incriminati”.

Da Dermatologia Legale

“ Per le reazioni di natura allergica
le sostanze nocive sono anch'esse numerose e catalogate in ben definiti gruppi di sostanze.
Al primo posto come responsabilità ci sono i metalli, come gli oggetti e le sostanze fatte da nichel, cromo, cobalto e mercurio; essi si trovano anche negli alimenti in tracce e questo è molto importante per la cura e la prevenzione delle dermatiti da contatto allergiche, dal momento che il paziente non deve venire a contatto con i metalli verso cui è allergico, ma deve anche astenersi dall'ingerirli. Il nichel e' il metallo che piu' di tutti causa allergia sulla pelle e dal momento che esso si trova in quasi tutti gli oggetti di metallo e anche in cibi come frutta secca, legumi, cioccolato, asparagi, spinaci, pere, prugne e soprattutto alimenti in scatola, si capisce bene quanto sia difficile non venire a contatto con esso […]”

E da Wikipedia

“Tipi di allergene: 
Nichel 
Il nichel è un metallo presente in molti oggetti, come occhiali, collane, monete, cinturini di orologi ecc. Ma non solo, il nichel è presente nella maggior parte dei cosmetici, dei saponi e degli shampoo.
Cromo 
La fonte principale di cromo è il cemento, ecco perché molti muratori e lavoratori nei cementifici sono colpiti da dermatite. Il cromo è presente anche nei detersivi, nei saponi, nei tessuti ecc.
Cobalto 
Il cobalto è presente nel cemento e in varie leghe metalliche, inchiostri, tinture, oli lubrificanti.
Coloranti 
Vengono utilizzate nel settore tessile, nella cosmetica, nella lavorazione delle pelli, nella tintura di capelli.
Resine 
Le resine sono utilizzate nei settori industriali, elettrico, automobilistico, navale, ecc., ma anche nella preparazione di protesi chirurgiche e odontoiatriche.”

Per concludere, non posso che sottolineare l’attenzione che pongo nella produzione dei miei “gioielli”,  partendo dall'utilizzo di rame puro e non ricorrendo ad agenti chimici per la lavorazione della superficie delle creazioni: la patinatura o il processo di brunitura è ottenuto esclusivamente a fiamma viva.

L’aspetto negativo per quanto concerne l’utilizzo del rame è la formazione del verderame, che può generarsi  con il tempo, in condizioni ambientali di particolare umidità o se a contatto per molte ore con il sudore.
Ciò può essere evitato con la normale cura e manutenzione dei bijoux, pulendoli con un panno morbido ogni volta che li si indossa e conservandoli al riparo da luce ed aria.
E’ inoltre importante evitare il contatto con profumi e cosmetici e fare attenzione a non indossarli troppo a lungo a diretto contatto con la pelle (esattamente come raccomandato nella maggior parte di blog che trattano di bijoux handmade!)